L’inclusione nei supermercati brasiliani: una riflessione personale e
sociale
Da gennaio 2024, ho avuto la fortuna di trasferirmi a Belo Horizonte, in Brasile, per iniziare il mio dottorato internazionale in diritto del lavoro. A 26 anni, la mia vita ha preso una direzione nuova e stimolante, portandomi a scoprire una cultura ricca e accogliente. Uno degli aspetti che più mi ha colpito del Brasile è stato il modo in cui la società valorizza l’inclusione delle persone con disabilità, un tema che mi sta particolarmente a cuore, dal momento che mio fratello è autistico. Questa mia scoperta del grande valore che il Brasile riserva per la diversità, è cominciata proprio nei supermercati: dove ho iniziato profonde riflessioni. Per la prima volta, ho visto infatti delle casse preferenziali dedicate a diverse tipologie di disabilità, un’attenzione che non avevo mai riscontrato nei supermercati italiani. Non si trattava solo di casse per persone con disabilità generiche, ma di postazioni specificamente riservate a persone autistiche, con disabilità nascoste, o con condizioni particolari come obesità, vecchiaia e gravidanza. Questi spazi erano chiaramente segnalati, con cartelli illustrati che rendevano immediatamente riconoscibili i simboli di riferimento: il fiocco arcobaleno per l’autismo, il girasole per le disabilità occulte, invisibili o nascoste. Questa cura per i dettagli mi ha colpito profondamente. Spesso, dall’Europa, tendiamo a vedere la nostra società come più avanzata rispetto ad altre regioni del mondo, e non di rado riduciamo i paesi del Sud America a semplici “paesi in via di sviluppo”. Sebbene ci siano certamente aspetti in cui l’Europa può essere considerata all’avanguardia, la mia esperienza in Brasile mi ha fatto riflettere sul fatto che vi sono altrettanti ambiti in cui abbiamo ancora molto da imparare. L’inclusione sociale e il rispetto per le persone con disabilità e la diversità in generale, ad esempio, sono aree in cui il Brasile dimostra una sensibilità incredibile. Essendo io formatomi in Giurisprudenza, è importante citare a questo punto un tema fondamentale quando si discute di inclusione, anche in ottica legislativa: ovvero la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. Secondo l’articolo 2 di suddetta Convenzione, per “discriminazione sulla base della disabilità” si intende qualsiasi distinzione, esclusione o restrizione basata sulla disabilità, che comprometta o annulli il riconoscimento e l’esercizio dei diritti umani su un piano di uguaglianza con gli altri. Questo include anche il rifiuto di fornire un “accomodamento ragionevole”, ossia quelle modifiche necessarie a garantire alle persone con disabilità l’esercizio dei loro diritti senza imporre un onere sproporzionato. L’accomodamento ragionevole non riguarda solo l’accesso fisico agli spazi, ma anche la qualità della partecipazione sociale e l’esperienza complessiva di benessere. È proprio in questo senso che il Brasile eccelle: in ogni luogo in cui sono stato – dai supermercati alle università, dalle poste alle banche, perfino in discoteca – l’inclusione delle persone con disabilità sembra essere una priorità sentita e condivisa da tutti. Non posso fare a meno di pensare a quanto potrebbe giovare importare simili pratiche anche in Italia, con l’obiettivo di farle diventare profondamente sentite nella società. La creazione di spazi dedicati e specifici, come le casse preferenziali con indicazioni visive chiare, rappresenta una forma di accoglienza (ahimè, mai trovata in Italia), che va oltre la semplice osservanza delle leggi. Si tratta di un atto di umanità, di rispetto per la diversità e di volontà di includere tutti, indipendentemente dalle loro capacità o condizioni. L’esperienza brasiliana mi ha insegnato che l’inclusione non è solo un concetto giuridico o sociale, ma una pratica quotidiana che può migliorare la vita di molte persone. Da giurista e studente, sento la responsabilità di portare avanti questo messaggio e riflettere su come tali misure possano avere un impatto fortissimo sulla società e sul pensiero comune. Riconoscere la necessità di accomodamenti specifici per le diverse tipologie di disabilità è un passo fondamentale per costruire un mondo davvero inclusivo, in cui tutti possano sentirsi rispettati e valorizzati. In conclusione, l’esperienza nei supermercati brasiliani mi ha fatto capire quanto sia importante abbattere le barriere all’inclusione in tutti i modi possibili. Il Brasile, attraverso la sua attenzione per le persone con disabilità, ci offre una grandissima lezione in tal senso.
A cura di Stefano Morici