Mondo del lavoro, disabilità e salario.
IL PROBLEMA DELL’INDIPENDENZA
L’articolo 1 della nostra Costituzione recita che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro. Il lavoro permette di essere autonomi e avere un peso positivo all’interno della società che contribuisca a partecipare all’economia del Paese. I disabili oltre a dover affrontare numerose difficoltà tra barriere architettoniche e burocrazia, non sono ancora integrati e attivi nel mondo del lavoro. Questo non permette loro di essere indipendenti e di vivere in totale autonomia senza dipendere da aiuti familiari.
CHE COS’È IL LAVORO
Il lavoro è il raggiungimento della propria indipendenza e dignità.
COLLOCAMENTO MIRATO PER DISABILI
La ricerca di lavoro per le persone con disabilità non è semplice, è necessario sviluppare un collocamento mirato al fine di garantire a ciascuno la possibilità di scegliere la propria strada lavorativa in base alle proprie esigenze. Molti disabili nonostante trovino un’occupazione, spesso sono costretti ad abbondare il posto di lavoro perché i diritti del lavoratore disabile sono quasi sempre ignorati e, in generale, c’è scarsa empatia da parte di datori di lavoro e una forte incompatibilità tra le mansioni che vengono richieste al disabile di svolgere e la disabilità del soggetto.
DISABILITÀ E SALARIO
Molto spesso il guadagno complessivo in un posto di lavoro di un disabile è inferiore alla pensione che riceve da disoccupato affetto da disabilità. Questa situazione economica è sicuramente demotivante e umiliante per chi vuole condurre una vita il più possibile autonoma, scoraggiando chiunque voglia intraprendere una carriera professionale.
L’assegno per le persone invalide dal 75 al 99% è di 279euro, per chi invece possiede una disabilità al 100% di 660 euro.
AUTONOMIA
È evidente che uno stipendio di queste cifre non consente uno stile di vita sereno, soprattutto se pensiamo alle numerose spese che un individuo deve affrontare come affitto, bollette, farmaci, terapie, visite specialistiche che spesso non sono neanche nella regione di appartenenza. Questi aiuti procurati dallo Stato non sono sufficienti se non si ha la possibilità di garantirsi un incremento con un lavoro stabile che permetta di avere uno stipendio mensile fisso adeguato al proprio lavoro.
Questi soggetti non devono essere lasciati indietro, aiutarli è un passo in avanti per la società. Da anni sentiamo parlare di agevolazioni, promesse di miglioramento ma mai realmente piani messi in pratica con stabilità e decisione. Per esempio, la figura del caregiver è stata riconosciuta da poco tempo e non è ancora del tutto tutelata da un punto di vista retributivo.
CONCLUSIONE
Sarebbe quindi opportuno che le normative siano più specifiche e chiare per permettere alle persone con disabilità di essere parte integrante della nostra società e del mondo del lavoro.
Garantire un supporto economico al pari delle spese che un disabile dovrà affrontare per poter condurre una vita serena, decorosa e più stabile possibile.
Le persone disabili non sono un peso, sono una risorsa e non ci stancheremo mai di dirlo. Sono lavoratori e lavoratrici come tutti, per questo motivo il lavoro deve essere simbolo di uguaglianza. L’inclusione lavorativa è un aspetto imprescindibile per fondare le basi di un Paese completo che punta all’integrazione.
La conclusione, quindi, è lo stessa: è urgente che le normative siano più specifiche e chiare per permettere alle persone con disabilità di essere parte integrante della nostra società e del mondo del lavoro.
(di Marissa Trimarchi)