Nuove linee guida per il collocamento mirato
Dopo più di sei anni di attesa, sono state adottate le “Linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità” previste dal Jobs Act.
A seguito dell’Intesa raggiunta in Conferenza Unificata dopo una fase di confronto con il mondo della disabilità e le parti sociali, con il decreto ministeriale n. 43 dell’11 marzo 2022 sono state adottate le nuove Linee guida previste dal Jobs act in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità.
Le Linee guida hanno l’obiettivo di garantire la presenza e la fruibilità di servizi, strumenti e risorse adeguati destinati ai cittadini con disabilità e alle imprese interessate dalla normativa del collocamento mirato. Il fine è quello di standardizzare processi e prassi attuative, strutturando sistemi per monitorare, valutare e promuovere concreti modelli partecipativi e di collaborazione interistituzionale.
Le Linee guida sostengono la necessità di un approccio alla disabilità non solo in termini di equità e di rispetto di diritti, ma anche in chiave di crescita economica e valorizzazione del potenziale di sviluppo del Paese e di tutte le sue componenti e risorse.
Si tratta di un documento, che rappresenta una significativa evoluzione, sia perché stabilisce un quadro unitario di riferimento sia perché regolamenta i livelli essenziali di prestazioni dei Centri per l’Impiego, nei confronti delle persone con disabilità e dei datori di lavoro soggetti ad obbligo.
Tra gli elementi di maggior valore evidenziamo:
il ricorso al patto di servizio e l’impegno a garantire adeguata informazione a lavoratori e datori di lavoro attraverso carte dei servizi;
l’attenzione al processo di valutazione della disabilità secondo il modello bio-psico-sociale;
l’attenzione alla gestione, analisi e valutazione dei dati amministrativi riferiti al Collocamento mirato;
l’adozione di una piattaforma informatica accessibile e dinamica per la raccolta delle buone pratiche di inclusione lavorativa che elevano gli standard di gestione e assicurano la reperibilità di modelli replicabili di inclusione lavorativa;
una particolare attenzione ai alla parità di genere anche nell’ambito delle persone con disabilità;
la promozione di azioni di responsabilità sociale delle imprese per una crescita della cultura dell’inclusione nei contesti organizzativi e produttivi;
l’introduzione e consolidamento, da parte delle amministrazioni competenti, di meccanismi e clausole negli appalti pubblici che favoriscano imprese ed enti che abbiano istituito la figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro;
il ricorso alla figura del responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro pubblici e di disabilty manager nei contesti privati;
la valorizzazione degli accordi territoriali con riconoscimento del ruolo delle Associazioni delle persone con disabilità e la promozione di processi di amministrazione condivisa con gli Enti del Terzo Settore ai sensi degli articoli 55 e seguenti del CTS.
Infine, considerato che i lavori autonomi e professionisti con disabilità sono risultati tra i più colpiti dagli effetti della recente pandemia, nel decreto si riscontra una rilevante attenzione al lavoro agile inteso come accomodamento ragionevole e il sostegno all’imprenditorialità delle persone con disabilità.
A questo punto, il prossimo e sfidante obiettivo consiste nell’assicurare l’effettiva e concreta applicazione delle Linee Guida a livello locale.
(di Francesca Diodati)
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