Riforma sulla disabilità. Cosa cambierà?

Riforma sulla disabilità. Cosa cambierà?

Riforma in materia di disabilità e legge delega 

Sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2021 è stata pubblicata la legge n. 227 del 22 dicembre 2021 per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilità, in attuazione della riforma 1.1 prevista dalla Missione 5 “Inclusione e Coesione” Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore” del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Tale riforma prevede una serie di importanti interventi il cui obiettivo è una sostanziale riorganizzazione della normativa vigente in materia di disabilità.

Essa predispone, infatti, l’approvazione di una legge di delegazione riguardante tutte le persone con disabilità, ed ha al centro la realizzazione di un progetto di vita personalizzato e partecipato, strutturato per consentire alle persone con disabilità una piena autonomia e indipendenza di vita ed una effettiva inclusione nella società.

L’articolo 1 definisce l’oggetto e la finalità della delega. Il Governo è delegato ad adottare, entro 20 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui all’articolo 2, uno o più decreti legislativi per  la revisione ed il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità, in attuazione degli articoli 2, 3, 31 e 38 della Costituzione, in conformità alle previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, nonché alla Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 della Commissione europea.

AMBITI DI INTERVENTO

I decreti legislativi da adottare nei prossimi mesi concernono:

  1. a) la definizione della condizione di disabilità, oltre che revisione, riordino e semplificazione della normativa di settore;
  2. b) l’accertamento della condizione di disabilità e revisione dei suoi processi valutativi di base;
  3. c) la valutazione multidimensionale della disabilità, la realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato;
  4. d) l’informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione;
  5. e) la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità;
  6. f) l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità;
  7. g) il potenziamento dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

E prevista anche la revisione della legge n. 68/1999. Quest’ultimo intervento nasce dalla necessità di creare una disciplina più dettagliata rispetto all’accertamento dell’idoneità.

Si richiede di stabilire criteri e modalità di selezione diversificati per le varie categorie di soggetti interessati, che tenga conto della specifica disabilità di ciascuna categoria in relazione al posto di lavoro e alla mansione per la quale ciascuno è richiesto.

PROGRAMMAZIONE STRATEGICA

La legge delega prevede che in ogni amministrazione pubblica sia individuato un dirigente preposto alla programmazione strategica dell’accessibilità alle funzioni amministrative nell’ambito del piano integrato di attività e organizzazione. 

L’inclusione sociale e le possibilità di accesso delle persone con disabilità devono essere introdotte negli obiettivi di produttività delle amministrazioni, entrando a far parte a pieno diritto della programmazione strategica delle pubbliche amministrazioni.

Il rispetto degli obiettivi di accessibilità delle funzioni amministrative derivanti dalla programmazione strategica dovrà essere inserito tra gli obiettivi da valutare ai fini della performance del personale dirigenziale.

I concessionari dei pubblici servizi dovranno indicare nella carta dei servizi i livelli di qualità del servizio erogato che assicurino alle persone con disabilità l’effettiva accessibilità delle prestazioni.

GARANTE NAZIONALE DELLA DISABILITÀ 

Si prevede l’istituzione di un Garante nazionale della disabilità, incaricato di raccogliere le segnalazioni delle persone con disabilità che denunciano discriminazioni o violazioni dei propri diritti e trasmettere ogni anno al Parlamento, al presidente del Consiglio, o all’Autorità politica delegata in materia di disabilità una relazione sull’attività svolta.

L’incarico include, inoltre, la vigilanza sul rispetto dei diritti e sulla conformità alle norme e ai princìpi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite, lo svolgimento di verifiche, d’ufficio o a seguito di segnalazione, dell’esistenza di fenomeni discriminatori.

(di Francesca Diodati)

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