6 aziende su 10 non hanno ancora un piano definito per la diversità e l’inclusione, mentre 2 su 10 non ritengono che sia importante farlo. Questi sono i risultati allarmanti emersi dalla ricerca “Future of Work“ condotta da Inaz – Osservatorio Imprese Lavoro e Business International – Fiera Milano. L’indagine ha coinvolto circa 100 HR director di aziende italiane, evidenziando la difficoltà nel tradurre buoni propositi in azioni concrete.
L’84% degli intervistati ritiene che la diversità e l’inclusione siano urgenti da un punto di vista etico, ma solo il 50% considera l’impatto che possono avere sul business e solo il 42% pensa al valore di fiducia che possono generare nella comunità finanziaria. Solo il 46% delle aziende ha un piano attivo per la diversità e l’inclusione, mentre il 63% non ha ancora sviluppato una pianificazione strutturata, anche se promette di farlo in futuro. Inoltre, il 20% delle aziende non ritiene importante dotarsi di un programma dedicato.
Ma perché è così difficile mettere in pratica strategie di diversità e inclusione? Secondo Linda Gilli, presidente e AD di Inaz, la diversità spaventa a causa dei pregiudizi accumulati nel tempo e delle barriere di diffidenza costruite su di essi. Tuttavia, è essenziale abbattere questi pregiudizi, poiché la diversità delle persone rappresenta un valore prezioso che arricchisce le imprese e i loro collaboratori.
È importante sottolineare che la diversità e l’inclusione vanno oltre le questioni di genere. Dall’indagine emerge una maggiore sensibilità verso la disabilità (78%), sebbene solo il 60% degli intervistati abbia previsto misure concrete per mitigare le condizioni di fragilità. La disabilità è spesso associata a pregiudizi, mancanza di conoscenza e di cultura. Tuttavia, le aziende che hanno superato queste barriere hanno avviato iniziative di ascolto, consulenza e introdotto tecnologie assistive per facilitare l’accesso al lavoro dei collaboratori disabili.
È fondamentale affrontare con determinazione la sfida della diversità e dell’inclusione, creando ambienti di lavoro che accolgano tutte le diversità e che siano basati sull’uguaglianza e sul rispetto reciproco. Solo così le aziende potranno veramente prosperare in un mondo in continuo cambiamento.
(di Marianna Astazi)